La "teoria di Gulliver" e la balcanizzazione del Medio Oriente



I piani americani per la balcanizzazione definitiva del Vicino Oriente sono riconducibili almeno agli anni ’90, quando alcuni centri di ricerca strategica e istituti vicini ai gruppi di pressione, sia repubblicani che democratici, hanno messo a punto dei piani molto complessi, realizzabili in un arco di tempo non breve. Uno di questi piani è chiamato “teoria di Gulliver”. L’analista iraniano Hasan Abbasi lo descrive nel seguente modo:





“La teoria di Gulliver, ripresa dagli intellettuali americani all’indomani della Guerra Fredda da alcuni studi del teorico e filosofo Leo Strauss, rappresenta la regione del Medio Oriente in uno spazio geografico di importanza strategica per gli equilibri mondiali, per via delle ingenti risorse di idrocarburi. In questa regione, sempre secondo questa teoria, vi sarebbero sei Gulliver, ovvero sei giganti: Egitto, Turchia, il regime sionista, Iraq, Arabia Saudita e Iran. L’obiettivo è la deflagrazione di tutti questi giganti, tranne ovviamente quella del regime sionista, così da poter avere il controllo di tutta la regione. L’unico Gulliver del Medio Oriente dovrà essere il regime sionista. In base a questa teoria la Turchia dovrebbe essere divisa in due parti, una zona turcofona e una curda, l’Iraq in tre Stati, uno curdo, uno arabo sunnita e uno arabo sciita. L’Iran dovrà dividersi in sette entità autonome…”


Tratto dal libro "La Repubblica Islamica dell'Iran tra ordinamento interno e politica internazionale" di Ali Reza Jalali. Libro edito da "Irfan Edizioni"

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