IL RISVEGLIO ISLAMICO


IL RISVEGLIO ISLAMICO
Quando si parla di “risveglio” in genere si intende far riferimento ad uno stato di coscienza giunto dopo un periodo, breve o lungo che sia, di dimenticanza o sonnolenza. Si tratta dunque di un ritorno a “essere” o “vivere” dovuto ad un cambiamento intimo ed interiore. Molti ulama di ilm al-akhlaq, quella scienza che si occupa dello studio delle qualità e dei tratti distintivi dell’individuo, parlano di yaqza(risveglio) definendola come la prima stazione da acquisire nel corso del viaggio spirituale.
Se vogliamo parlare dunque di “Risveglio Islamico”, termine utilizzato oggi prevalentemente nel contesto e nello scenario socio-politico, si dovranno tenere in conto tutte le condizioni necessarie che rendono questo fenomeno un risveglio effettivo degno di tale nome. Non si può quindi denominare “risveglio” uno o più moti politici e ideologici che non abbiano alla base un vero e proprio cambiamento interiore che ne faccia la differenza. Con il termine “cambiamento interiore”, in questa sede, intendiamo riferirci ad uno stato cosciente presente nell’essere umano inclusivo di una sapienza autentica che non sia mera erudizione e che quindi induca all’ottenimento delle virtù e all’elevazione spirituale ed etica. La mera erudizione, infatti, non implica in sé un rinnovamento attuale, di fatto, non semplicemente teoretico. Quanto invece ai moti e alle spinte di esclusiva natura politica, questi smuovono gli istinti e gli impulsi degli individui senza renderli ricettivi in una sfera più alta di esistenza ove vengono comprese realtà superiori non filtrate dalle più basse passioni. In altre parole è il cuore e lo spirito che devono essere il ricettacolo della ricercata verità, non il corpo o la mente.
Il “Risveglio Islamico” non utilizza dunque il termine “Islam” e concetti quali fede, religione, verità, eccetera, come degli slogan, poiché non stiamo parlando di un’ideologia, né di un fenomeno che per forza di cose non può non essere circoscritto da spazio e tempo. Il “Risveglio Islamico” è qualcosa di molto di più…Si tratta di una realtà, una presa di coscienza che non deve essere stroncata o messa fuori strada da nessuna tentazione: non vi è spazio per vizi che seducono la mente e incatenano l’anima impedendogli di spiccare il volo verso l’Assoluto. La mancata 'liberazione' dell’anima è la vera debolezza dell’essere umano, nient’altro.
Per fare ciò, per spiccare questo volo, vi è però bisogno di una visione profonda e globale non solo del mondo ma dell’intero universo. La visione da adottare per un vero “Risveglio Islamico” deve armonizzarsi non meramente con l’esteriorità e l’esteriore ma anche e soprattutto con l’interiorità e l’interiore, condizione imprescindibile per compiere questo passo, l’unico in grado di rilanciare l’umanità verso la felicità e il successo e di rimuoverla dalla condizione di imperante agonia che viviamo tutt’oggi. Ideologie e filosofie come il liberalismo e la democrazia non sono altro che manifestazioni esteriori di principi e valori distorti tenuti in vita da chi cerca di controllare le masse e influenzare il nostro modo di pensare. Non importa a quale aberrante risultato siamo giunti oggigiorno in tutti i campi, da quello morale a quello intellettuale e culturale, fintanto che la nostra vita rimane influenzata da chi gestisce i centri di potere (non solo materiale) intorno al globo.
Innanzi a questa tragedia, ogni tanto si accende qualche animo, si testimoniano segni di protesta, ma tutto ciò avviene attraverso “concezioni selettive” ove ogni movimento combatte per i propri diritti, i propri interessi, e non ha importanza se vengono trascurati diritti o interessi altrui perché nel nome della giustizia selettiva non vi sono doveri a cui sottostare.
Il “Risveglio Islamico”, invece, è, nel suo puro senso del termine ben lungi da una qualsivoglia concezione spiritualista, un risveglio spirituale. Allah dichiara con il Suo Verbo: “Rivolgi il tuo volto alla religione con rettitudine, natura primordiale che Allah ha connaturato agli uomini. Non c’è cambiamento nella creazione di Allah” (30:30). Nessuna persona, neanche se affiliata confessionalmente alla santa religione dell’Islam, potrà risvegliarsi combattendo per singole cause, facilmente isolabili, e continuando a parlare di nazionalità, etnicità, classi o altro ancora. Il vero punto della questione è quello di dover giungere alla totale liberazione di ognuno di noi, e certamente non potremo liberare nessuno se prima non liberiamo noi stessi: “a coloro che seguono il Messaggero, il Profeta Ummi che trovano chiaramente menzionato nella Torah e nel Vangelo, colui che ordina le buone consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e vieta quelle cattive, che li libera del loro fardello e dei legami che li opprimono. Coloro che crederanno in lui, lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, invero prospereranno” (7:157). In questo versetto Allah paragona le genti prive del nobile Messaggero, su di lui la pace e sulla sua famiglia, a dei prigionieri che con l’avvento dell’Islam hanno avuto l’opportunità di ottenere la libertà.
L’obiettivo del “Risveglio Islamico” non è dunque la preservazione di sé stessi, la crescita della propria gente o dei propri simili, poiché esso non rappresenta un popolo o una società ma bensì il volere dell’essere umano immerso e annullatosi nel Volere di Allah. La prima battaglia da vincere è di natura trascendente. E’ attraverso la suddetta concezione che siamo legittimati a parlare di monoteismo(tawhid). Da quanto detto, risulta evidente che questo approccio va ben oltre la soggettività umana ma si rifà al sentiero che induce alla verità oggettiva che noi, con il beneplacito di Allah e dei Suoi “segni”, siamo decisi di percorre fino in fondo.

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