I gruppi salafiti e l'Iran





Al Zawahiri, capo della rete di Al Qaida, uno dei principali gruppi Wahabiti


I gruppi salafiti e wahabiti, storicamente acerrimi nemici di quelle scuole islamiche da loro ritenute ereticali, dagli sciiti a sufi, per non dire poi del loro disprezzo nei confronti dei cristiani e degli altri, sono ultimamente tornati alla ribalta delle cronache, grazie all’instabilità che sta colpendo il mondo arabo-islamico. Dalla Tunisia al Pakistan, dall’Afghanistan alla Penisola araba, dalla Siria all’Iraq, fino al Libano, questi gruppi massimalisti, grazie al supporto economico e non solo, dei Paesi della Penisola araba, si sono tagliati uno spazio nella politica del mondo islamico; ciò evidentemente non da oggi, visto che questa è uno storia che va avanti da decenni. Questi movimenti infatti sono alla base di alcuni episodi, dalla guerriglia afghana contro i sovietici, dalle vicende caucasiche degli anni ’90, per non parlare poi di quello che stanno facendo oggi in Siria o Libia.
Essendo antisciiti poi, ce l’hanno a morte con l’Iran e tutti i suoi alleati; per cui cercano in ogni modo di ostacolare, con il consenso di USA e Tel Aviv, il progressivo rafforzamento dell’Iran in Medio Oriente. Dove, secondo loro, c’è di mezzo l’Iran, puntualmente si schierano dall’altra parte. Ad esempio, a Gaza, da qualche anno, ci sono delle infiltrazioni salafite per cercare di dare fastidio alla resistenza palestinese filoiraniana, con evidenti benefici per Israele. In Libano i salafiti, concentrati tra Tripoli e Sidone, cercano di destabilizzare il Paese e di indebolire la resistenza libanese, ugualmente con il consenso israeliano. In Siria idem, dove operano gruppi come la brigata Al Nusra, legata ad Al Qaida, che ha come sponsor Arabia Saudita e Qatar. L’intento anche qui è eliminare il governo siriano, vicino all’Iran. Lo stesso dicasi in Iraq, dove vi è un tentativo di ulteriore destabilizzazione di gruppi wahabiti e salafiti, contro il premier filoiraniano Maliki.



Anche in Bahrain, dove è al potere un regime filosaudita e filoamericano, i gruppi wahabiti, assunti ad hoc dalle autorità, cercano di reprimere la protesta dei gruppi di opposizione, accusati da Manama di essere supportati dall’Iran. Vediamo quindi che l’America e Tel Aviv, in stretta collaborazione con l’Arabia Saudita, cercano in tutti i modi di colpire l’Iran e la sua crescente influenza, con l’arma del settarismo, che, come ha detto l’Ayatollah Khamenei in un discorso, è ormai l’ultima arma degli  USA per preservare l’egemonia in Medio Oriente e mettere tutti i popoli della regione uno contro l’altro.

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